lunedì 6 febbraio 2017

Etiopia 2017 - Giorno 7 - Volta la schiena, senza guardare indietro

Sveglia nella notte. Questa volta i nostri passi precedono l'alba.
Un ultimo sguardo verso l'Erta Ale, un ultimo perdersi in quell'Occhio infuocato. Occhio mutevole dell'Eterno.
E poi voltare le spalle, senza guardare indietro. Altrimenti non parti più, e l'Occhio ti inghiottirà per sempre.

La discesa è lenta, la luna ci illumina, la lava è nera e dura sotto le scarpe.



Il chiarore dell'alba ci coglie lungo il cammino, improvvisa come le albe d'Africa. Non ti lascia il tempo di stropicciarti gli occhi, e già il sole è alto nel cielo.






Le forme delle lave ci sorvegliano, come folletti (o demoni), vigili sul sentiero.





Il giorno si alza chiaro, ma un residuo di notte ancora ci accompagna: la luna non ha voglia di andare a dormire, è ancora alta dietro alle acacie.Ci guarda. Forse si domanda cosa ci fanno quegli esseri umani in mezzo alla lava arida. O forse non si interessa a noi, solo si compiace della propria bellezza.






Arriviamo alle auto. Una bella colazione, e poi l'ultimo saluto all'Erta Ale. Un inchino. L'ultimo.

Poi lava. Lava. Lava.
E Sabbia. La piana di Dodom. D'estate, quando sull'altopiano arrivano le grandi piogge, è una distesa di fango.
Adesso è sabbia. Sabbia. Sabbia...
Sabbia.
Miraggi. 


Qualche essere umano abita questa sabbia.

Come fa? non so. Forse anche loro sono miraggi. Forse.




E se non lo fossero? se davvero delle persone, al di là di ogni logica a cui la nostra povera mente possa arrivare, vivessero di Nulla nel Nulla?
E io? e noi? 

Il nulla a volte produce anche qualche filo d'erba. E dune. E qualche cespuglio. E croste di fango, e sabbia...
E si, davvero si vive, qui. Si vive in questo Nulla. 






E a volte un'oasi, che anche se la tocchi non sei ben sicuro se è vera o è un miraggio. Se qui sono così potenti, i miraggi, che ingannano non solo la vista, ma tutti i sensi, perfino il tatto.



Attraversare il Nulla per arrivare nel villaggio del Nulla.
Ahmed Ela. Il villaggio dei lavoratori del sale.
Il villaggio che ti accoglie con le tempeste di sabbia e vento.

Ma le carovane continuano a viaggiare. Nella tempesta. Trasportando sale.
Sono loro che riempiono il Nulla di senso.





1 commento:

  1. Ciao, ma ci siamo stati davvero!!! o abbiamo sognato? .... un abbraccio

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