giovedì 15 marzo 2018

Bosco del Sasseto (VT) - La profondità di una goccia di pioggia

Quando si parte ci si illude di viaggiare in luoghi lontani. E poi ci troviamo a camminare dentro noi stessi.



Questo è stato un viaggio attraverso la pioggia. Pioggia violenta sul vetro della macchina, pioggia che ha pianto sconsolata sul mio impermeabile, pioggia che mi ha graffiato la faccia, lasciando l'impronta delle sue dita fredde.




Questo è stato un viaggio nella nebbia, quella che avvolge il bosco e che sfuma alberi e pensieri,  nebbia dell'anima, e di tronchi e di misteri che nasconde un legno marcio, una radice caduta, stupita di non essere più circondata dalla dolce terra, sbattuta nell'aria, dove non sa respirare.
Si sente persa, e chiama, urla, grida, finché tutti gli insetti del bosco non vengono a consolarla.




Questo è stato un viaggio nella profondità di ogni singola goccia, nella trasparenza, e nell'opacità. Di ogni goccia viva in sé stessa, diversa da ogni altra nella sua breve esistenza, capace di diventare mare quando abbraccia le altre.




E' stato un viaggio di tronchi contorti, di odori pungenti di animali selvatici e terra bagnata. E' stato un viaggio in un sogno, in un mistero, in una favola. In un bosco che è il bosco dell'anima.
Viaggio nella decomposizione, nella morte che se la guardi da vicino è piena di vita, nel fango, in quello che chiamate "sporco", ma che è la materia di cui siete fatti.




Un bosco in cui ci si perde, in cui le rocce partoriscono alberi, un bosco di anfratti misteriosi, di qualcosa che ti sembra conosciuto ma che in realtà non capisci, ti sfugge. Il muschio che ricopre quello che non si può vedere, tiene nascosto agli occhi umani la vita che brulica nelle viscere.




E' stato un viaggio nel silenzio e nel nel deserto, perchè nessun uomo c'era nel mio cammino, nessuna donna, nessun essere umano mi è passato davanti, ha incrociato la mia strada.
Solo il canto degli uccelli, il suono della pioggia, solo i bisbigli di esseri misteriosi, che non si sono fatti vedere ma si sentivano, presenti nel bosco incantato, presenti nel profondo di me stessa.




Mi sono fermata, ho lasciato che i pensieri scorressero, che la fantasia viaggiasse. Non ho paura a immergermi nelle favole, a tornare una bambina che parla con le fate. Non andate in quel bosco se siete adulti e maturi, se per voi le fiabe non esistono, se la realtà è scienza e tutto il resto non conta nulla. Non ci andate se pensate di non essere più bambini e ve ne fate un vanto. Perché quel bosco strapperà via da voi la vostra età adulta, vi spellerà a carne viva della vostra razionalità. Farà un buco nel vostro cuore e tirerà fuori quel bambino che pensavate di aver sepolto.