lunedì 29 aprile 2019

La terra mi tiene

Lentamente.
Attraversando chilometri e ostacoli.
Tenacemente, come l'acqua che erode la roccia.
Sono scesa in quei luoghi ignoti.



In silenzio e con il cuore che senti battere.
Come entrare in un luogo sacro che non consoci. Come addentrarti in una foresta piena di luci e suoni misteriosi.
Così sono arrivata ad Atena Lucana. Di sera, in una casa arrampicata sulla montagna. Silenziosa e apparentemente deserta.



Solo miriadi di uccelli cantavano nel bosco. Solo cori di ranocchie che gracidano dalle umidità della terra.

Poi all'improvviso.
Amici, visi noti, visi nuovi. Festa. Cibo condiviso. Vino inebriante. Musica.
Parole come se nulla altro al mondo potesse avere significato.
Bellezza.

Ma tutto finisce, il sonno culla la felicità e l'attesa.

Attesa di fuochi accesi e di lieviti danzanti.

Un nuovo giorno, una nuova mattina. Abbagliante della luce del Sud.
I forni si accendono. Uno dopo l'altro. Devono scaldare le loro anime per accogliere la Vita sotto forma di pane. L'unico vero alimento essenziale e ancestrale.



Poco alla volta, anche qui con delicatezza. La violenza della fiamma potrebbe spaccare il cuore. Far crollare i mattoni freddi da così tanti anni, non più abituati all'Amore.
L'Amore deve entrare lentamente per  poter  gettare radici profonde. Per essere creatore e non distruttore.



Ed ecco. Il paese di anima. Nel silenzio delle viuzze sassose e abbandonate si riversano anime in festa. Vecchi amici, volti nuovi. Giovani e anziani. Cuori che si ritrovano, anime che solo qui e adesso dovevano incontrarsi. Occhi che vedranno le stesse cose ma non entreranno gli uni negli altri. 
Parole che abbracciano, braccia che parlano.




Mani che impastano. Che danno energia e nutrimento ai propri lieviti. Perché il lievito è vita, ma tanti lieviti assieme fanno una vita più grande, fanno fremere l'aria e la collina. 

Ed anche i tamburi e i piedi che danzano è come se impastassero, come se facessero muovere il lievito, per far crescere la Vita.  



Ma il giorno atteso arriva. L'attesa si spegne e diventa presenza. Si accendono di nuovo i forni, si impastano lieviti e farine di grani buoni, grani coltivati con lentezza, grani che portano in sé diversità, storia, sudore di generazioni di contadini, profumi di terre diverse, colori, aromi, forme mai uguali.
Gomito a gomito, mani, acqua, sale, sole. Anche il sole impasta. I suoi raggi si intrufolano nella massa morbida, la agitano, aggiungono lievito dell'Universo. 



E mentre l'energia fa crescere la Vita e il Cibo, i fuochi danzano nei cuori dei forni. Chi più, chi meno. Come nella vita. Chi si scalda subito, chi s'infiamma, chi brucia piano, chi rompe gli argini, chi resta solo tiepido, chi non può essere acceso perché ha l'anima troppo fragile.
Ma insieme, senza fretta, senza gara, senza vanto.  Tanti forni come un solo forno. Il fumo che si mescola. Gli impasti che fremono, a volte anche troppo e allora tracimano, come lava di vulcano che la Terra non può più contenere. 



Il vino, il cibo, musica, parole, attese. Attese. Attese di donne anziane vissute da sempre nel loro paese. Di giovani che vengono da lontano. Di persone che vivono vicine ma che dovevano fare 600km di strada per incontrarsi. 
Contadini, fornai, artisti, poeti, scrittori, musicisti. La Bellezza dell'Uomo, la diversità che crea la Bellezza. Perché solo dove c'è diversità ci può essere meraviglia e armonia. Perché una sinfonia non può essere suonata da un solo strumento. 



Focacce e pani, la vita incontra il fuoco. A volte si brucia, altre è troppo liquida, altre ancora incontra pareti che l'accolgono col giusto abbraccio. Alcuni sono belli, bellissimi. Altri brutti. Ma davvero può essere brutto un pane? 
No, non può. Perché è Anima, Essenza. E' la Madre terra che si fonde con l'Umanità.

Ma non importa, niente importa se non l'incontro e il lievitare assieme. 
Niente più importa se non questa danza della Terra, che dona senza chiedere nulla in cambio.
C'è qualcosa di rivoluzionario, qui. Nulla è come vorrebbero che fosse. 

"Restate a cresciri". La Terra mi tiene



lunedì 22 aprile 2019

Il pane in cammino

Si parte. 

Questo è un viaggio atteso, sognato, aspettato. Da un anno. O forse, da sempre.
Si parte. Ma forse si è sempre in viaggio, e questa è solo una delle tante tappe. Alcune sono improvvise e impreviste. Altre le desideri lungo inverni ed estati, semine e raccolti.
Si parte. Con un po' di trepidazione, una lieve palpitazione per la paura di restare delusi, oppure di non saper reggere troppa bellezza. 
Si parte, con le cose più preziose: la mia farina, dono dei campi e di Madre Terra,  e il lievito madre, dono di un amico che incrociando il mio cammino ha spostato un ammasso informe di rovi per mostrarmi un sentiero di  bellezza, fatica, condivisione. Un sentiero che non si percorre da soli, ma fianco a fianco con tante altre anime, simili e diverse, una ricchezza smisurata di conoscenze, esperienze, lotta, difficoltà e tenacia, delusione e gioia, lavoro duro e festa. 
Si parte. Al mio fianco chi ha deciso di camminare con me nella vita, e che sostiene ogni giorno la mia fragilità e il mio entusiasmo. 
Si parte. 




Vi chiedo, se potete, di seguirci in questo viaggio. Di aprire il cuore, le menti, l'anima. 
Vi chiedo di mettere da parte ogni giudizio, ogni presunzione, ogni cosa che già sapete, ogni cosa di cui siete esperti, ogni cosa che non vi piace.
Vi chiedo di guardarvi dentro e intorno con occhi nuovi, senza veli. 

Vi chiedo di entrare in punta di piedi nella vostra vita ed in quella del Mondo che ci circonda, in ogni vostra casa e luogo di lavoro. In ogni svago e in ogni dolore.

Venite con me, ad Atena Lucana. La Terra mi tiene.  



mercoledì 10 aprile 2019

Benvenuti a casa

Scrivo sempre dei miei viaggi, e la voglia di scrivere viene forte e bruciante appena mi immergo nel nuovo mondo da percorrere. Durante il cammino ci sono sempre delle pagine bianche di carta che mi accompagnano, su cui scorre il racconto come un fiume che si apre una nuova strada.
Il viaggio, vicino o lontano, breve o lungo (ma cos'è poi vicino? e cos'è breve? un minuto può essere infinito, e un mese come un attimo) è come una bolla in cui ti immergi, che fluttua a mezz'aria e ti protegge per un po' dalla quotidianità. 

Viaggio

Ma questa volta è stato diverso. Questa volta quelle pagine si sono macchiate solo di dati, progetti, cifre, domande, risposte, elenchi. Questa volta la bolla del viaggio non era ben chiusa e la fretta e la razionalità della quotidianità hanno trovato un pertugio attraverso cui infiltrarsi e contaminare il tempo sospeso. 

Elenchi

Ho camminato su strade già note, percorse e ripercorse molte volte, incontrato persone conosciute, sostenuto ancora una volta lo sguardo di tanti occhi acerbi ma spesso già adulti, ascoltato disperazioni note ormai senza più stupore. Quasi un ritorno a casa. Una casa amata ma complicata e infelice. 

Benvenuti a casa

Però poi frugandosi dentro qualcosa di nascosto lo si trova sempre. Qualcosa che non vorrebbe uscire, o che forse si da per scontato. 
E' una rabbia amara, per un angolo di Terra pieno di profonda bellezza, che chi dovrebbe non vuol vedere, e anzi fa di tutto per nasconderla e rubarla all'Umanità, deturparla anziché proteggerla, svenderla invece che renderla preziosa. 

Sua Maestà il Sicomoro

E' un filo di speranza che riaffiora di tanto in tanto, a cui un popolo pieno di vita si aggrappa stanco di perdersi in una fuga folle attraverso deserti e mari che uccidono. 

Aggrapparsi alla vita

E' lo stupore di sentirsi parte, colore in mezzo ai colori, nota musicale in mezzo alla danza, spezia tra i profumi amati di cibi condivisi. 

Colori e profumi da condividere

E' il desiderio pungente di vedere un popolo rialzarsi da terra, di porgere quella mano a cui si possano appoggiare per trovare il coraggio, per sostenere le gambe ormai quasi atrofizzate dalla disperazione.

La disperazione dell'immobilità

Per accompagnarne i passi come di un bambino che impari di nuovo a camminare, per poi lasciarlo andare per la sua strada, con le forze recuperate, con la vita davanti a sé, con la bellezza di pagine da scrivere a modo suo, non come gli impone qualcun altro, di meraviglie da costruire, di viaggi da fare, di orizzonti a cui aprirsi, di anime da liberare dalla gabbia in cui altri le hanno rinchiuse. 

Orizzonti
E' il sogno che da troppo tempo aspetta di diventare realtà, che tutti i bambini, i giovani, i ragazzi,  tutti coloro che hanno disperatamente voglia di avere un futuro, abbiano la libertà di vivere una vita che possano pensare, sognare, scegliere, sperimentare, sbagliare, riprovare. Vivere scegliendo. 

Vite che vogliono scegliere